Matlakas è un artista napoletano eclettico e multiforme, orientato verso l’uso di diverse forme artistiche, dalla pittura alla scultura alla danza alle arti performative. La sua opera, divertente e colorata, è stata realizzata ad Aielli nel 2019. L’artista ha soggiornato in paese per diverso tempo, avendo così l’occasione di conoscere le vie e i volti, le abitudini e le storie, lasciandosi ispirare dall’incontro con la comunità che ha arricchito la sua e la nostra esperienza. Ogni simbolo del suo muro nasce proprio da un episodio, un incontro o una conversazione con gli abitanti del posto. Ogni disegno si staglia come un pianeta sullo spazio vuoto del cosmo che lo accoglie. Molte immagini sono inerenti allo spazio, alle costellazioni e alle galassie, come gli orsetti sul lato della casa che stanno a indicare l’Orsa Maggiore e Minore; di molte altre non conosciamo la storia, assolutamente personale: dalla padella con le uova, alla televisione, e così via. Spuntano in alto alcuni oggetti del quotidiano abruzzese, legati all’agricoltura o alla storia del borgo. Il gelato che si scioglie è invece un simbolo ricorrente nelle opere e nelle performance dell’artista che racchiude in un’immagine semplice l’urgenza dei problemi ambientali. Il gelato infatti cade e sciogliendosi sul mondo, ma, a guardar bene, un piccolo pezzo del pianeta se ne distacca: è Aielli, con la sua torre delle stelle e i suoi telescopi puntati al cielo, che, come una navicella spaziale, si avventura nell’universo. Matlakas ha voluto dipingere così il nostro paese, in cui si è sentito accolto come a casa, come un’isola felice o un mondo a parte, forse per certi versi lontano dalle crisi ambientali che toccano il resto del nostro pianeta. La parte bassa del murale, completata nel 2021, rappresenta alcuni momenti salienti del romanzo Fontamara, emblema della nostra storia e manifesto del futuro che cerchiamo insieme di costruire. La luce elettrica e l’acqua coperti da una x rossa ricordano i primi momenti del romanzo, quando ai fontamaresi viene tolta la corrente elettrica e poi rubata l’acqua del fiume. Poco più avanti una serie di icone illustra una dei passi più celebri del romanzo:
“In capo a tutti c’è Dio, padrone del cielo. Questo ognuno lo sa. Poi viene il principe Torlonia, padrone della terra. Poi vengono le guardie del principe. Poi vengono i cani delle guardie del principe. Poi, nulla. Poi, ancora nulla. Poi, ancora nulla. Poi vengono i cafoni. E si può dire ch’è finito.”