Nel 2022 Borgo Universo ha saputo stringere nuovi rapporti con il resto del mondo, in particolare incontrando l’Ambasciata palestinese e l’Università di Betlemme, con cui si è dato vita ad un festival di integrazione tra i popoli: Borgo Universo for Palestina. Durante questo momento denso e stimolante, gli aiellesi hanno avuto il grande piacere di ospitare l’artista palestinese Taqi Spateen nella “spiazzetta”, luogo accogliente, caldo, conviviale, in cui la comunità si riunisce e si incontra. Ancora una volta lo spazio urbano, invaso dall’arte, si è fatto crocevia di persone, e il muro, al di là dell’opera, ha generato attorno a sé un’esperienza. Scoprendo una lingua universale che va al di là di ogni mare e ogni deserto, di ogni muro di cemento o parole, di ogni distanza fisica o mentale, gente diversa per lingua per storia e per cultura, ma vicina nella propria umanità, si è raccontata e si è offerta allo sguardo dell’altro, accogliendosi.
L’opera di Taqi, chiara nella sua brutalità, ci racconta con un forte impatto emotivo la condizione di precarietà e di oppressione che vive il popolo palestinese. Attraverso il muro squarciato assistiamo alla scena di un matrimonio interrotto: gli arredi della casa che rendevano il luogo un focolare domestico pronto ad accogliere il sogno di una nuova famiglia lasciano lo spazio al vuoto. Solo il divano rosso troneggia al centro della scena, ma la sposa è sola, lontana dal suo compagno che in equilibrio precario attende di agire sul balcone accanto. La sposa è sola, ma non abbandonata, non del tutto sconfitta. Le sue braccia cadono fra le gambe, ma il suo busto è dritto e imponente come quello di una regina. Il viso non si contorce in un dolore sconvolto. Sta, come in un momento eterno di vuoto, come il silenzio prima di un’esplosione. C’è quasi un sorriso, celato nell’angolo del labbro, che tradisce una forza sopita, un coraggio custodito nel petto, un’energia che sta per manifestarsi. C’è una forza d’animo che, come quella di Taqi, la spinge a combattere sempre e ancora. Così sono tutti i combattenti della vita, soli ma non abbandonati. Ognuno con la sua lotta combatte anche quelle degli altri, e seppur lontani si abbracciano al di sopra delle avversità, come gli alberi di una foresta che parlano nel buio del terreno, accarezzandosi con le loro radici, perché la storia è sempre la stessa, e i cafoni sono uguali in tutto il mondo: non più soli, ma in buona compagnia. Così ci piace pensare che questa sposa solitaria possa sentire attraverso il muro distrutto le voci e gli uccelli coi loro canti tutt’intorno, che forse le arrivi perfino il profumo dei fiori nella mano del suo sposo, che possa sentirsi meno sola in mezzo a questa vita lenta e ariosa del nostro paese, con Anna e Gina, il caffè e la piccola Nina che le gioca intorno, crescendo nel mentre.
Taqi ci ha insegnato con la sua saggezza cristallina e con la sua costante meraviglia, attento e curioso come un bambino, a dare importanza alle piccole cose preziose e a lottare per esse, onorando la vita vivendola al massimo delle sue possibilità. Aielli, dal canto suo, ha potuto offrire alla sua Palestina un luogo di libertà, una mano tesa, un sorriso, un caffè. E un muro su cui dipingere in pace.