Alleg è l’ideatore e il motore della folle impresa che ha voluto trascrivere integralmente Fontamara su di un muro speciale, ai piedi della torre delle stelle e affacciato sul Fucino, amata terra natia di Ignazio Silone, di cui la seconda edizione di Borgo Universo, nel 2018, ha celebrato il quarantennio della morte. Al di là della sola celebrazione e lontano dalla sterilità del monumento, il muro vuole essere un atto e non un fatto, vuole celebrare l’incontro e creare un momento di condivisione e discussione; come nell’utopia di Tommaso Moro in cui il sapere è accessibile e libero, dipinto sui muri della città, dove le idee fuoriescono dalle pagine per riversarsi nei luoghi della vita quotidiana. Nel paziente, minuzioso e lungo lavoro di trascrizione Alleg è stato supportato dagli artisti Sbrama ed Ema Jons, ma soprattutto da gran parte della comunità aiellese e dalle persone che hanno raggiunto il luogo per prendere parte all’avventura dettando qualche pagina o portando un caffè, un bicchiere di vino, una domanda curiosa, o semplice compagnia. La grande partecipazione nata spontanea e non prevista attorno al muro di Fontamara ha arricchito incommensurabilmente di emozioni, di affetto, di incontri e stimoli il lungo e soleggiato mese di gestazione dell’opera. Meglio detto con le parole dello stesso Alleg: “Mettere l’opera sul muro è servito a generare un luogo fisico di dibattito, di condivisione, un momento in cui sta continuando una storia da dove Silone l’ha interrotta: il libro infatti termina con una domanda, che è un’apertura.” La domanda è “che fare?” una domanda semplice e al contempo estremamente complessa; una domanda a cui non si può rispondere con le parole ma solo con un fare coraggioso, dinamico, mai finito. La realizzazione di quest’opera corale e collettiva è stata una prima importante risposta, seguita da molte altre come una reazione a catena. L’esperienza di Borgo Universo è forse il più bel modo per continuare a rispondere a quella domanda importante e ingombrante, che continua a spronarci e a farsi sentire chiedendo riscatto per quei cafoni fontamaresi che sono i nostri antenati e muovendoci a proseguire il cammino di rinascita della nostra terra e la costruzione del nostro futuro.